In Sardegna, la pianta del mare è diventata nutrimento delle piante a terra. Si chiama “Posidonia Garden” ed è un progetto innovativo ed efficace di trasformazione della Posidonia secca spiaggiata in composti per orti e giardini.

impianto sardegna 1 La soluzione tecnologica a un problema che negli ultimi decenni affliggeva quanti, tra Comuni e soggetti responsabili della pulizia di spiagge e aree costiere, si trovavano a dover applicare la normativa che catalogava come rifiuto speciale le foglie e i rizomi secchi di Posidonia, che il mare depone in inverno sulla battigia e a terra ovunque arrivi la forza delle onde.Lo smaltimento necessario diventava così un’impresa complessa ed eccessivamente costosa, tanto da risultare addirittura insostenibile con il trascorrere degli anni.posidonia garden 4
Eppure, quel materiale organico, che rappresenta anche un importante presidio contro l’erosione degli arenili, in passato veniva comunemente utilizzato come fertilizzante per i terreni agricoli, dopo un trattamento per liberarlo da residui di sabbia e ridurne la salinità. Pratica caduta largamente in disuso nei tempi recenti, anche per la sempre più massiccia presenza tra i resti di Posidonia di frammenti più o meno grandi di plastiche e altri materiali incompatibili con la salubrità dei terreni e gli usi agricoli. Di qui anche le difficoltà di smaltimento dei grossi volumi di foglie spiaggiati. Un problema a cui la tecnologia ha trovato una soluzione, che si sta rivelando utile e sostenibile per ora in Sardegna, dove il “Posidonia Garden” si sta dimostrando un esempio concreto di circolarità e sostenibilità.
Il progetto è stato sviluppato dal Gruppo Esposito, specializzato nella progettazione, realizzazione e gestione di tecnologie per il recupero dei rifiuti nei suoi dodici impianti insediati in varie parti d’Italia, tra i quali l’Eco Centro Sardegna, a Quartu Sant’Elena, attivo dal 2018 e dedicato proprio al trattamento dei rifiuti spiaggiati. posidonia garden 5Grazie al primo impianto di lavaggio brevettato e certificato EPD (Environmental Product Declaration), i residui di Posidonia vengono separati dalla sabbia che, ripulita, può essere riportata sull’arenile di provenienza, con positivi effetti di ripascimento e totale compatibilità, mentre la parte vegetale, depurata da rifiuti e cloruri, può essere utilizzata per la produzione di terriccio organico.
Agronomi specializzati hanno messo a punto ricette di compostaggio diverse per ottenerne tipologie di terriccio differenti, a seconda dell’uso per il settore agricolo e vivaistico, che vengono commercializzate nei Garden Center della Sardegna. Dalle parti secche della più importante pianta marina del Mediterraneo, quindi, si ottengono “Posister”, un terriccio universale perfetto per migliorare la qualità del terreno in giardino; “Posistall”, lo stallatico ricco di sostanze concimanti e ideale per orti e frutteti; “Posifior”, indicato per i fiori e “Posierb” per i tappeti erbosi.
La lavorazione del materiale spiaggiato ha consentito di evidenziare che è formato da un 60 per cento di sabbia, da un 7-8 per cento di rifiuti misti, per lo più plastiche e microplastiche, e da un 25 per cento di Posidonia secca.