La perfezione mi ha illusa con traguardi distanti da raggiungere attraverso sforzo, controllo e correzione continua. Pensavo che l’errore fosse un inciampo, un segno di debolezza, qualcosa da evitare o da cancellare. E… se invece contenesse una nascosta raffinatezza? Se facesse parte così com’è del disegno completo e armonico dell’Esistenza?

Osservo la natura: segue un “suo” ordine, che spesso sfugge, ma che funziona. Le foglie cadono al momento giusto, la pioggia bagna i campi quando serve, il bruco diventa farfalla senza leggere manuali. I nostri passi incerti, le deviazioni, le cadute, fanno parte di un cammino perfetto. Non serve comprendere tutto con la mente… basta mollare. Accettare. Essere.

Semplici, non banali: Essenza. Togli il superfluo, le complicazioni, i pensieri aggrovigliati.  Smetti di aggiungere conoscenze, ruoli, opinioni e difese, di mettere strati su strati come vestiti su un corpo che hai dimenticato di amare. Togli il rumore e trovi il silenzio. Togli la maschera e trovi il volto. Togli la paura e trovi l’Amore.

Più togli, più resti e ciò che resta è… te stesso.

Non cercare lontano ciò che hai già dentro: non ti servono scalate faticose verso chissà quale vetta spirituale. Non ti servono mille strumenti o metodi: la verità, la bellezza, l’amore… sono già qui. Fermati. Respira. Ascolta. Sii presente… la Via diretta… è semplice.

Guarda il mondo con occhi freschi, come quelli di un bambino: ogni cosa è nuova, è qui. La semplicità è chiarezza e pace.

Tutto è vicino, è davanti agli occhi nel silenzio di un momento, nel sorriso di uno sconosciuto, in una giornata “storta” che insegna qualcosa. La perfezione non è assenza di difetti, ma accoglienza totale di ciò che è.

L’errore è perfetto: mostra la strada, fa crescere, riporta all’umiltà, apre al perdono. Il Tutto non sbaglia.

Lascia andare. Semplifica. Affidati. La Vita sa (cit. da Un corso in miracoli) .

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