Tra gli abitanti del mare, è uno dei soggetti più ricercati e apprezzati da chi fotografa le bellezze del pianeta blu.
Ed è uno dei simboli del Mediterraneo, sebbene, sia presente anche nell’Oceano Atlantico. Delle circa ottanta specie appartenenti alla famiglia dei Serranidi, otto delle quali sono di casa nel Mare Nostrum, la cernia bruna (Epinephelus marginatus) è certamente la più diffusa e familiare. Tra i più grandi pesci ossei del Mediterraneo, carnivoro e formidabile predatore al vertice della catena alimentare, svolge un delicato e fondamentale ruolo nell’equilibrio ecologico del mare. Perciò il progressivo decremento riscontrato in tutto il bacino rappresenta un problema serio, confermato dalla valutazione di “vulnerabilità” che l’IUCN, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, ha attribuito alla specie.
Le cernie sono animali territoriali, che vivono solitarie nelle loro tane tra le rocce, ma non è raro trovarle annidate anche tra i fondali sabbiosi dove crescono Posidonia e Zostera. Preferisce vivere tra 10 e i 200 metri, ma alcuni esemplari sono stati trovati anche a maggiori profondità. Caccia di giorno le sue prede, perlopiù cefalopodi e pesci. Non è aggressivo con specie che non rientrano tra le sue prede, ma tende a esserlo con animai marini che condividono il suo stesso territorio e con altri maschi di cernia.
La grossa testa è una particolarità delle cernie. Come la grande bocca, dalla mandibola sporgente rispetto alla mascella, dotata di canini e di altri denti, inclinati all’interno, alcuni mobili e depressibili, funzionali alla varietà di prede di cui si nutre. Il corpo è robusto. Il colore può variare nel periodo della riproduzione e in situazione particolari, come quando l’animale è spaventato. In generale, il dorso presenta una colorazione tra il marrone scuro e il rosso scuro con numerose macchie grigie o giallastre, distribuite ovunque anche sulla testa; il ventre è più chiaro, tendete al giallo. Le pinne dispari sono marrone scuro con un bordo bianco in punta, le pinne pelvicbe e pettorali sono scure, giallastre alla base. La coda, dalla forma arrotondata a ventaglio, è striata di bianco. Ha spine sulla lunga pinna dorsale e sulla pinna anale. Può raggiungere un metro e venti di lunghezza e un peso di sessanta chili in media nel maschio. La femmina è più piccola.
Le cernie possono raggiungere i cinquant’anni di vita. Si tratta di animali ermafroditi proterogini, ovvero nascono femmine e raggiungono la maturità sessuale a 5 anni. Poi, intorno ai 12 anni, e comunque tra i 10 e i 15, diventano maschi. Se questa è la “regola” generale, vi sono anche situazioni particolari, legate perlopiù alle esigenze della specie, nelle quali il cambiamento di sesso non avviene.
Nel Mediterraneo è durante la stagione estiva che gli esemplari di cernia rinunciano temporaneamente alla vita solitaria e si riuniscono per la riproduzione ad altri loro simili, in siti a una profondità tra i 15 e i 30 metri.
La specie è stata oggetto di una caccia eccessiva, soprattutto nel secolo scorso, che ne ha determinato la riduzione ovunque, rendendola perfino rara in alcune parti del Mediterraneo in cui un tempo, invece, era molto diffusa. Questo si spiega anche con il fatto che, essendo preferiti come prede gli esemplari adulti e più grandi, dunque i maschi, si sono creati squilibri nella popolazione tra maschi e femmine, interferendo così con la capacità riproduttiva della specie. Ma anche l’inquinamento del mare e sempre più gli effetti del riscaldamento globale rappresentano delle minacce per le cernie. Alle quali negli ultimi decenni sono stati riservati vari progetti di tutela e comunque nelle Aree Marine Protette la salvaguardia attiva sta iniziando a dare i suoi frutti. Considerata specie a rischio nel Mediterraneo e nel resto del mondo, è tutelata dalle Convenzioni di Berna e di Barcellona. Ed è un prezioso indicatore dell’equilibrio ecologico del mare: dove ci sono cernie, vuol dire che la catena alimentare funziona, che c’è varietà biologica, che la tutela è efficace.
Nelle Aree Marine Protette italiane sono presenti anche la più rara Cernia rossa (Mycteroperca rubra), bruna rossastra più scura sul dorso e molto meno sul ventre, con linee scure e macchie bianche sui fianchi, e la Cernia dorata (Epinephelus costae), nota anche come dotto, bicolore dal corpo marrone e beige con una caratteristica macchia dorata ovoidale vicino all’opercolo delle branchie e fasce molto vistose sui fianchi.