Il primo, lo Sphyraena viridensis, è a tutti gli effetti un “alieno”, considerato che il suo areale di provenienza è l’Oceano Atlantico nord-orientale, sebbene, oltre che come boccagialla, sia conosciuto come Barracuda mediterraneo, il mare in cui si è diffuso solo una decina di anni o poco più, in conseguenza dell’aumento delle temperature.
Il secondo, invece, lo Sphyraena sphyraeana o Barracuda europeo, noto anche come luccio di mare, è originario del Mediterraneo, sebbene sia diffuso anche nell’Atlantico orientale. Entrambi i pesci appartengono alla famiglia Sphyraenidae e al genere Sphyraena come le altre 24 specie di barracuda diffuse nei mari tropicali del pianeta. La specie autoctona e quella aliena sono accomunate da diverse caratteristiche sia fisiche che comportamentali, tanto che non è facile distinguerle, se non se ne conoscono e riconoscono le poche differenze.
Corpo fusiforme dal colore grigio-azzurro-argentato e ventre chiaro, biancastro, il barracuda mediterraneo presenta sui lati una ventina di fasce azzurro scuro, che mancano al barracuda europeo. Entrambe le specie hanno la testa sottile e appuntita; gli occhi sono grandi e pure la bocca, con la mandibola sporgente dotata di denti aguzzi. La maggiore differenza è nel preopercolo, ovvero una delle ossa che nei pesci proteggono le branchie: nel barracuda mediterraneo è liscio, mentre nel barracuda europeo è squamoso.
Altri elementi di differenza tra le due specie sono le dimensioni: il mediterraneo “alieno” è più grande, potendo raggiungere il metro e mezzo di lunghezza e i dieci chili di peso; più piccolo è l’europeo autoctono, che al massimo arriva al metro e non supera i tre chili.
Quanto alle aree di diffusione, sono solo in alcuni casi sovrapponibili, sebbene entrambe le specie siano pelagiche e non scendano a profondità superiori ai cento metri. Frequentano habitat diversi, l’europeo è più costiero e più frequente in aree sabbiose, mentre il mediterraneo sembra preferire il mare più aperto e le rocce che sfrutta per gli agguati alle prede. Sono tutti grossi e aggressivi predatori. Mangiano soprattutto altri pesci: l’europeo predilige acciughe e lattarini, il mediterraneo si nutre anche di cefalopodi e crostacei.
I barracuda di qualunque specie catturano le loro prede di giorno utilizzando il fattore sorpresa e la possibilità, legata alla loro colorazione, di confondersi con i riflessi dell’acqua, oltre alla forza del gruppo, perché di solito cacciano in branco, sempre di giorno. Quando individuano la preda o le prede, magari anch’esse in branco, riescono a sorprenderle e sopraffarle grazie ai loro scatti fulminei, favoriti dalla particolare conformazione di pinne e coda. Scatti che rendono particolarmente scenografico il nuoto dei branchi di barracuda, tra gli incontri prediletti e quindi più ricercati dai subacquei. Peraltro, i barracuda presenti nel Mediterraneo non sono pericolosi per l’uomo.
Famosi per i grossi branchi, i barracuda vivono aggregati soprattutto da giovani. Da adulti, invece, conducono vita solitaria e sono più territoriali, tranne che nel periodo della riproduzione, tra la primavera e l’estate, quando si ricongiungono ai branchi. Le uova vengono rilasciate in mare e le larve sono pelagiche. Poi, crescendo, gli avannotti e i giovanili si raggruppano nelle aree costiere, formando grossi gruppi anche di centinaia di esemplari.